ad personam

Non so, la prima legge potrebbe essere “io non posso morire”…

… o una cosa così

Od anche “io sono altissimo”…

Oppure “la mia chioma è fluente”…

…mo’ vediamo

Leggende Metropolitane

Un ragazzo incontra un’affascinante sconosciuta ad una festa. Lei è molto seduttiva, lui la invita a casa sua e fanno l’amore.

Quando l’indomani il ragazzo si sveglia la donna non c’è più, ma ha lasciato sullo specchio una frase scritta col rossetto “Benvenuto nell’AIDS”.

Nello stesso tempo lei, oramai lontana, apre la borsetta e trova un biglietto con scritto “Benvenuta nell’ AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi)”. Si dà una controllata e non ha più la figa.

(Rocco Tanica – Scritti scelti male)

Auguri… a me e a tutte le donne


Oggi per il sottoscritto sarebbe un giorno funesto.

Un solo anno mi separa dal Grande Giro di Boa, dall “ultima spiaggia” come diceva Pozzetto ne Il Ragazzo di Campagna.

Ma è un bel periodo, visto che la mia Adorata Compagna a fine maggio farà arrivare nel nostro duo Miriam: una nuova piccola donna a cui dedicare questa festa.

Auguri a tutti (ah… le mimose comunque sono brutte e puzzano)

Corso di Inglese

Veloce corso di inglese, tutto da ripetere ad alta voce.

Ci sono Tre Moduli:

1) Modulo principianti:
Tre Streghe guardano tre orologi Swatch. Quale strega guarda quale Orologio Swatch?
In inglese: Three witches watch three Swatch watches. Which Witch watch which Swatch Watch?

2) Modulo avanzato:
Tre streghe “trans” guardano I cinturini di tre orologi Swatch. Quale strega trans guarda i cinturini di quale orologio Swatch?
In inglese: Three switched Witches watch three Swatch watch switches. Which switched Witch watch Which Swatch watch switch?

3) Modulo per masters:
Tre Streghe svedesi transessuali guardano I cinturini di tre orologi Swatch svizzeri. Quale strega svedese transessuale guarda quale Cinturino di quale orologio Swatch svizzero?
In inglese: Three Swedish switched witches watch three Swiss Swatch watch switches. Which Swedish switched witch watch which Swiss Swatch watch switch?

La lingua dei ggggiovani

Abbiamo la presunzione di pensare che la nostra lingua, al contrario magari di quelle anglosassoni, si “legge come si scrive”.

Peccato che se non fosse per gli accenti (che impariamo a memoria) non sapremmo leggere cose del tipo:

“sono cose che capitano, capitàno” (capitàno di una nave)

ed altri migliaia di esempi simili.

I gggiovani per ovviare a certi problemi linguistici, ma sopratutto perchè è comodo (mi si dice) per mandare gli SMS che “si risparmia anche un carattere”, hanno introdotto l’uso delle K al posto del CH.

Non è quindi difficile leggere cose del tipo:

“ki ha kiamato oggi ?”

Peccato che molti si siano fatti prendere la mano e hanno cominciato ad usale la K ogni qualvolta incontrano una C “dura” e arrivano a ricami sublimi del tipo:

“kosa stai dicendo ? kazzeggi kazzo ? Kosa kavolo kredi ke sto facendo?”

E via così…

Pare una di quelle pirlate che quando poi cresci (si spera almeno) e ti capita di ripensarci dici “mamma mia quanto ero koglione”, ma riflettendoci meglio forse non hanno tutti i torti.

Non è solo la questione di eliminare la H, ma proprio di dividere per bene il discoro C “dura” da C “dolce” che tanto fa incasinare gli stranieri che vogliono imparare la nostra lingua.

La mia proposta è di usare la C con il suono “ci” appunto e la K quando trattasi di C “dura”, ecco quindi che:

“cao kome c si trova qui?” (ciao come ci si trova qui?)

assumerebbe il giusto modo di essere pronunciato.

Guardando quel “qui” mi trovo a pensare che anche la Q non serve a una emerita ceppa, quindi la eliminiamo del tutto e scriviamo

“cao kome c si trova kui” ?

Perfetto. Ma fatto 30 facciamo pure 31. E abbordiamo la G.
La mia proposta è di usare la J al posto di “gi” e la G come per la C “dura”. Ecco quindi:

“jà meglio kosì, no ? justo ?”

La J porterebbe numerosi vantaggi specie per quanto riguarda la pronuncia di “gli” che di solito è dolce, ma che incasina nel caso di parole come “glicine”, “glissare”, o “gangli”; per non parlare poi del problema di parole come “regia” che si può pronunciare in due modi se si intende quella di un film o quella relativa ad un re (la bolla regia).

La J e la L quindi sostituierebbero la “gl” dolce mentre alla G lasceremmo il ruolo della dura:

“jli invitati attendono i glicini, glissa e dì qualkosa jakkè non sono ankora arrivati”

Quindi scriveremo “rejia” per il lavoro di Tarantino e “reja” per il buon vittorio emanuele 🙂
Jeniale no ?

La Metonimia, la Sineddoche e la Sinestesia

“Mi passi lo Scottex ?” è una frase normale in qualunque cucina d’Italia.

Di fatto oramai lo “Scottex” è riferito a qualunque tipo di carta da cucina.

È uno di quei casi dove una marca prende il sopravvento sul prodotto e lo identifica. Mi immagino le incazzature dei concorrenti, tipo i Rotoloni Regina e tutte quelle marche lì, che da anni tentano di imporsi.

Difatti è un onore di chi parte per primo o di chi si afferma, tramite spot azzeccati, nella memoria delle persone.

In italiano esistono delle figure retoriche per descrivere tutto ciò: Metonimia, Sineddoche e Sinestesia (anche se qualcuno obbietta che si dovrebbe descrivere il fenomeno come Antonomasia, ma anche chi se ne frega eh.. che non voglio star qui a fare la solita figura dello sborone..).

In realtà tali figure non sono così specifiche di un marchio o di un logo: il riferimento è ad esempio la frase “bevi un bicchiere”, dove la parola “bicchiere” si sostituisce al suo contenuto; non ci si aspetta certo che un tizio attacchi a bersi il vetro o cose del genere.

Esistono diversi casi, molti italiani e molti che ci derivano dai film USA:

– Rimmel identifica da tempo il coso che usano le donne per allungarsi le ciglia. Ma grazie forse a Francesco De Gregori, o alla famosa frase “Ho pianto e mi si è sciolto tutto il rimmel”, la marca di cosmetici è identificata universalmente con UNO dei suoi prodotti.

– RollerBlade è utilizzato per indicare un qualunque pattino in linea, e non la marca che in qualche modo li ha lanciati.

– Bic è un altro esempio di marca che identifica una penna a biro generica.

– Kleenex in qualunque film o serie statunitense è usato genericamente per un fazzolettino di carta in scatola

– IPod è usato da tutti i media generalisti per indicare un qualunque lettore MP3 portatile, ma ancora più volgarmente ho sentito ragazzini dire “spegni l’MP3” riferendosi appunto all’apparecchio e non al formato di compressione digitale.

Tutto bello, tutto già sentivo e visto.

Peccato che l’altro giorno sento un tizio che parla e dice che ha comprato “la playstation della microsoft, quella playstation lì con la X verde”

Povero Bill, chissà che incazzatura….