Distonie

Il Bancomat è una grande invenzione non ce n’è.

Io ho brevi e fugaci ricordi di quando non c’era, ma era ancora il periodo delle braghe corte e delle mance della nonna, dei risparmiucci tenuti in una busta in un cassetto del comodino.

Però appena propietario di un conto, ricordo con orgoglio l’utilizzo marangone della tesserina di plastica, e quanto feci per convincere i miei (per natura diffidenti) a utilizzare la simpatica innovazione.

I bancomat danno quella sicurezza lì dei multipli “tondi”: 50, 100, 150 e via così.

Ma quello qui di fianco al posto dove lavoro mi va in multipli di 60.
Se voglio prelevare la solita 150 iuri, devo scegliere tra 120 e 180.

E mi fa girar le palle.

I nonni contavano in dozzine (così almeno si legge sui libri di Cassola), un retaggio, mi si dice, derivato dalla conta delle uova (prendiamola così com’è, mi risevo una sana ricerca in gugl per appurare ‘sto fatto).

Perchè abbandonare la paciosa e rotonda tranquillità del multiplo di 5 ?
L’unica tabellina facilissima da ricordare.
Quei multipli lì mi piacciono, mi rasserenano, mi riconciliano con il mondo.

E poi casso, 120 mi par troppo poco, e 180 mi parono troppi.
Voglio 150!

Probabilmente il Sig. Bancomat di quella banca lì è uno vecchissimo, ma vecchio vecchio.

Oppure ha le galline che fan le uova.

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Sposini Mangiate Pollo !

Ieri sera mi sono per caso soffermato sul TG5.
Dico “per caso” non per fare lo sborone che non guarda la TV o il TG 5 perchè èschierato /èdiberlusconi/ ildirettoreèquelleccaculodiRossella o cose così.
Ma è solo che c’ho SKY da poco e sono ancora nella fase febbrile che potremmo chiamare “SupahZapping”.

Vabbè, accendo e vedo lo Sposini con un pollo arrosto.

Lui mette le mani avanti e dice “qualcuno dirà che è informazione spettacolo, ma non è così”.

E se lo addenta. “mmhh è pure buono”

Lamberto. ‘scolta.

Si vedeva troppo che non ti andava di farlo. Si vedeva troppo che la gestione di Rossella che mi viene da Verissimo ti aveva in qualche modo obbligato.

E non ti andava. Dai.

Quel faccino lì tradiva troppo quello che ti frullava in testa “novoglioesserequinovoglioesserequinovoglioesserequinovoglioesserequi”

Va là dai.. E’ andata bene lo stessto 🙂

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TomTom Club

Ok, è la moda del momento.

Di quelle cose lì che magari molti si chiedono come potevano vivere prima.

E li vedo eh… al mattino in coda in autostrada. Tutti pendolari che rifanno la stessa strada, due volte al giorno, per 5 giorni la settimana.
Tutti lì che smanacciano sul cosetto sul cruscotto.

E premi un tastino, e premine un altro. Ma cosa diamine guardi ? La strada è sempre e tristemente la stessa!

Posso capire gli agenti di commercio, i camionisti, i corrieri. Ma ho visto uno di quegli aggeggi su una 500! Costa di più il coso che il motore quasi !

Vabbè, che cosa rompo io che sono uno uguale da tecnosfizio (ah quanti soldi sperperati in pornotecnlogia!!).

Però fa ridere. Un po’ come tutte le tendenze del momento.

Non fosse altro che una compagnia di assicurazioni britannica ha allarmisticamente decretato che i navigaori satellitari sono pericolosi e distraggono dalla guida.

LOL

Cantiamo tutti insieme Genius Of Love

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Chef Tony

Ogni volta che rimango a casa durante la settimana lavorativa, vuoi per una febbriciattola o per un’ indisposizione qualsiasi, mi capita di fare zapping su quei canali regionali che uno di solito non guarda mai. Quei canali lì tutto sommato un po’ inutili, che di solito trasmettono le recite delle medie o delle improbabili serate musicali con cantanti o stonatissimi o amplificati da schifo.

Al mattino però c’è LUI: Chef Tony.

Quell’uomo lì ha su di me un potere incredibile.

Conosco la sua telepromozione praticamente a memoria, ma non me la perdo mai.

E tutte le volte (TUTTE) sto per compraglierli qui coltelli lì; i Miracle Blade.

Dai, sarà per una cosa un po’ maschile legata come sempre (e come no?) al nostro pisello, ma quelle lame lì che talgiano di tutto mi fanno bollire il sangue.

In pratica non me ne farei una beata ceppa, visto che il mio concetto di cucina si limita a riscaldare qualcosa o a bruciacchiare qualcos’altro.

Certo è che appena giunti in mio possesso passerei un pomeriggio a tagliare lattine, a falciare ananas al volo, a slamare pesci o a sminuzzare qualcosa.

Sì credo proprio che lo farei.

Tony, un giorno quei coltelli lì te li compro casso !

Meno male che tutte le volte mando un SMS ad un amico (bella roberto) con scritto “Miracle Blade” e lui riponde prontamente “Non farlo!”

Ah ma un giorno.. un giorno saranno mei…

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Giochiamo alla Pace

Alla fine l’itervista è andata come doveva andare (qui il riascolto, ma solo a chi interessa… che mi hanno già dato tutti dello sborone).

Le domande delsimpatico conduttore qui a lato non sono, e giustamente, state specifiche sul gioco in sè ma più in generale sui giochi di guerra.

Le ovvietà sono state:

– ma quante ore giochi davanti al pc
– ma hai una vita privata
– hai la morosa o sei single
– ma perchè ogni tanto non giocate alla pace ? (sic)

L’ultima mi stava per far rispondere “bella cagata”, ma me la sono cavata con la storia dello scacchista russo che definiva gli scacchi uno dei giochi di guerra più cruenti, e con la dama dove il DAMONE si mangia l’innocente, tenera e paciosa damina.

Tutto come volevasi dimostrare.

In alto i cuori 😉

P.S.
Geniale il commento inviatomi via sms da ZeroKilled (Samu) subito dopo l’infausto atto: “perle ai porci”

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Radio Days

Domattina (Sabato 18) dalle ore 11 alle 12.30 (non mi hanno ancora comunicato l’ora esatta) verrò intervistato su Radio Due, durante il programma L’altrolato

Detto programma si prefigge di scovare quei nostri connazionali che vivono una vita parallela a quella “normale” familiare e lavorativa.

In questo caso rappresenterò un NetGamer che gioca a Call Of Duty, che ha un clan e che si allena di brutto.

Io giocavo a CoD tipo un anno fa, ma non è questo l’importante.

L’importante è trovare uno che non spari troppe cazzate, che non sia impacciato alle domande del conduttore (tipo “heee.. hemmm.. no, niente… hmmmm”, magari con un forte accento bresciano ;D ) e che tutto sommato abbia un bel vocione (yeah!)

Ah, e ovviamente quelli della radio manco lo sanno. Diciamo che c’era bisogno di un affabile gamer e “qualcuno” ha fatto il mio nome.

Sabato sarò un perfetto netgamer che passa le ore al PC la notte e che di giorno fa il “programmatore internet”.

Diffidate di quello che ascoltare in radio e vedete alla TV

P.S.
A chi interessa ma se lo perderà mi hanno assicurato che la trasmissione sarà riascoltabile direttamente dal sito. Ecco le frequenze di Radio Due
A chi non interessa.. fa solo bene 🙂

UPDATE: il mio intervento doverebbe essere intorno a mezzodì

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Mondo Marcio

Mondo Marcio è un rapper milanese di 19 anni che in questi giorni ci martella con il suo hit “Dentro alla Scatola”; quella canzone lì con quel bel ritornello orecchiabile “ero solu un bambinooooo, un bambinooo”.

Lo martellano su tutte le radio e mi passa a cannone su MTV e AllMusic.

E bella lì.

Amo l’hip-hop da quando è nato, ma parlo di hip-hop eh, non di certe brutture da classifica o certe reinterpretazioni tutte all’italiana, anche se devo ammettere che al genere mi ha avvicinato (ma ero goivine e imberbe) il buon Jovanotti.
Ma questo è un discorso che mi riservo di approfondire un’altra volta.

Torniamo a bomba.

Il ragazzotto viene osannato su diverse riviste musicali (Rolling Stone su tutte) come il rappresentante di una certa infanzia vissuta al limite, delle inquietudini che riesce a trasmettere un adolescente che nonostate l’età ne ha viste di cotte e di crude.
Pare sia stato in prigione, sia stato strappato alla famiglia dall’assitenza sociale milanese e che vivesse per strada vendendo fumo.

Un rapper “vero” insomma, degno rappresentante delle pure radici dell’ Hip-Hop d’oltreoceano.

La sua stessa canzone racconta il suo passato e i disagi vissuti, e lo fa tutto sommato con una discreta arte. Non c’è che dire.

Peccato che come al solito non se ne accorgerà nessuno, e che rimarrà nei più al limite solo il ritornello molto orecchiabile.

Ricordo qualche anno fa che vedendo un festivalbar durante una cena a casa di un’amica laureata in filosofia, che notavamo che tutto il pubblico cantava, saltava e ballava il rotornello della canzone “Mary” dei Gemelli Diversi (ecco questi qui no). Una canzone che raccontava un episodio di violenza familiare.

Io “trovo quantomeno triste che l’arena di Verona salti e balli su una canzone che parla di una cosa tanto triste.”

Lei “sì è davvero strano”

Io “beh no. Il 90% dei presenti manco sa di cosa parla la canzone”

Lei “dai è impossibile”

Io “Fai un esperimento. Domani in ufficio chiedi a tutti di cosa parla”

Il risultato è stato scontato e la percentuale da me pronosticata tutto sommato rispettata.
E la mia amica, che ha passato buona parte della sua vita a studiare e a credere nell “uomo”, non era molto contenta 🙂

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