Di-zió-ne

Capita che, specie se non sei a casa tua che la televisione “normale” oramai non la vedi più, tu ti imbatta in una fiction; una di quelle italiane, fatta e prodotta nel nostro Bel Paese.

Quelle robe lì le fan bene, che anche se non te ne frega un razzo un po’ ti prendono ed un po’ le segui.

Mi è capitato di vederne un paio di sguincio, una su una storia credo in Sicilia con delle motovedette e dei mafiosi, ed un altra che credo fosse ambientata in un grande centro commerciale.

Guardo il tutto, tra l’annoiato e l’assonnato, e qualcosa stona.
Non lo comprendo subito subito, so solo che quando gli attori principali parlano mi danno un fastidio della madonna.

Poi comprendo: parlano “in dizione”.
E non solo, parlano in modo enfatico, teatrale.

Tipo che il capo di non so quale polizia portuale si rivolge ad una tipa rapita con tti gli accèn-ti giù-sti e cón tte vo--li ni-che -n pro-nunzià-te.

Che bravi. Si vede che sono attori e han studiato un botto in quei corsi dove devi urlare in faccia alla gente e dire le parole con la bocca aperta tipo rana dalla bocca larga.

Uuuhh che bravi. Con quegli sguardi lì, quel modo di porsi un po’ istrionico in tutto; pure quando fanno la pipì o aprono una scatoletta di Simmental.

Oooh come siamo fortunati noi in Italia, che abbiamo i migliori doppiatori del mondo (a parte che in buona parte d’europa i film non si doppiano ma si sottotitolano), che se gli dici che sono “semplici” doppiatori loro si incazzano a fuoco e replicano “At-re, prè-go. So- ù-n At-re. Di Te-à-tro.”

Aaaahh che bello.

Ma cazzo. Nessuno, e dico NESSUNO, nella vita reale parla così.
Essù cazzo…

E non solo ! Prendiamo i dialetti o quantomeno le parlate regionali.
Gli unici dialetti ammessi ufficialmente da TV e Cinema sono:

1. Napoletano (che è tanto antico e tanto artistico)
2. Il Romano, o romanesco (che Roma Caput Mundi e poi la Tivvù si fa lì)
3. Il Siciliano (ma SOLO ed ESCLUSIVAMENTE se trattasi di storia di mafiosi ecc..)

E attenzione però!!! In una fiction sulla Sicilia mafiosa il Boss parlerà un italiano impeccabile mentre a parlare il siciliano saranno SOLO i sottoposti/comprimari.
Il Commissario del centro di Roma parlerà come il miglior Gassmann, mentre tutti i poliziotti si profonderanno in un coro di “anvedi ! abbella!” e lo stesso dicasi per il guappo napoletano.

Ad esempio nella fiction ambientata a Torino sentiremo un bel “ti piace la meeentaa” come lo direbbe il fu Macario SOLO ed AL LIMITE dalla donna delle pulizie e/o dalla shampista.

Il lombardo poi non ne parliamo. L’accento milanesotto/brianzolo è relegato al ruolo di macchietta, roba da caratteristi, come lo è stato per anni il recentemente scomparso Guido Nicheli (ah… lo Zampetti de “I Ragazzi della III C”, quanti ricordi…. sniff…)

E non se ne può più ostia.

La gente non parla così, eccheccazzo.

Ma guardatevi tutti un film USA: è vero che “l’inglese è un’opinione” ma non è possibile che il ragazzino che spaccia all’angolo della strada parli come un attore durante il Macbeth.

Ebbasta.

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1 pensiero su “Di-zió-ne

  1. Da bravo maritino mi sorbisco decine di putnate di Vivere , al fine di avere in premio da mia moglie, la visione incondizionata del TG5 (sempre che non salti su una delle mie bimbe a chiedermi i cartoni su Disney Channel). La telenovela..zzzz..zz(scusate solo ascrivere il nome mi sono appisolato), racconta i fatti di ricche famiglie varesotte, comasche e milanesi usando però attori romani che, per tanto che si sforzino, non riescono a nascondere le inflessioni tipiche del centro Italia. Ora scusate ma comincia il tanto agognato TG.

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