Telelavoro

Quante volte in mezzo all’ennesima e lentissima coda in autostrada, per evitare la quale ti sei alzato alle 7 del mattino quando l’ufficio ad un orario “normale” disterebbe al massimo 30 minuti di macchina, ti sei detto “ma cioffa! il mio lavoro NON necessita la presenza fisica in ufficio, potrei lavorare tranquillamente da casa !!”

E magari qualche volta l’hai pure fatto, magari per un giorno o due bloccato a casa da una storta alla caviglia che magari ti impedisce di guidare ma che di sicuro non ti invalida così tanto da non permetterti di muovere il tuo sontuoso popò dal letto alla sedia per stazionare comodamente davanti al tuo PC collegato, grazie alle meraviglie della tecnica e delle VPN, direttamente a quello lasciato in ufficio.

In quei pochi giorni hai pensato che era tutta una figata. Hai anche detto “soccia, quando viene il bel tempo me ne posso stare in veranda con il portatile, sai lo sciallo”.

Poi favoleggi sui risparmi in termini di danaro: poco gasolio, un telepass sempre più morente, cibi genuini da te preparati anzichè il solito panino nell’ennesino bar. E poi le pause caffè, con tanto di caffettiera o teiera fumante, niente più merendine ma magari un frutto e tutte quelle cose lì molto sane.

E poi il Sonno !!! Ne vogliamo parlare ? Cominciando alle 9 da casa potresti alzarti alle 8.30 per una doccia veloce ed una barba ben fatta, che comunque vuoi darti dei ritmi, e quindi ti vesti quasi come per uscire, magari un po’ più comodo.. con quella felpa non presentabile ma nella quale ti senti tanto a tuo agio.

Figata neh ? Che bello….

Anzi magari favoleggi cose del tipo “Mi alzo un po’ prima e vado a fare due commissioni in paese a piedi, tipo prendere il giornale, il pane, il latte, ecc.. e poi BANG sono pronto davanti al PC per lavorare”. Cose del genere servono per darsi un ritmo, per non perdersi via in una routine un po’ troppo povera fatta di sveglia/lavoro e quello cose lì che paiono un po’ alienanti.

Che bello… Che figata… Non vedi l’ora di partire.

E parti. E se sei solo una puntina, ma giusto un zic, di quelli pigri al quarto giorno ti alzi alle 8.55 e passi direttamente in pigiama dal letto alla sedia del PC, un unico movimento atletico di spostamento del tuo culo da un comodo giaciglio ad un altro.

E persino quell’idea di irreprensibile igiene personale un po’ latita. Fortuna che alla sera torna a casa qualcuno che vive con te e ti conviene quindi farti quantomeno una bella doccia. Ma questa può essere tranquillamente fatta dopo le 18: mentre lavori è confortante stare “nel tuo”.

Poi c’è il problema “interagire con qualcuno”. In fin della fiera puoi anche telefonare, videtelefonare, usare skype e la tua webcam. Ma qualcuno con cui interagire ti manca. Anche se sei un orso eremita come il sottoscritto, che in ufficio si infilava la cuffia e ringhiava a tutti quelli che si avvicinavano (delle volte quando dovevo risolvere qualcosa di difficile staccavo pure il telefono) , c’erano sempre quei 10 minuti di “stacco”, dove ti alzavi e bevevi un caffè con qualcuno parlando d’altro.

Ora sto pensando di andare a pranzare qualche volta al pub qui vicino. Al tavolo da solo consumerò il mio panozzo, ma almeno vedrò della vita (anche se umana) muoversi intorno a me.

Allora cerchi conforto in chi da casa ci lavora da anni. Il Todeschini mi svela il suo segreto: al mattino deve portare a scuola la figlioletta; gli rimane poi del tempo libero prima di cominciare a lavorare che sfrutta andando in piscina che altrimenti “mi alzerei e lavoreri in pigiama tipo alle 11.45”.
Un suo vicino homeworker è addirittura più stoico: attacca a lavorare alle 5 del mattino e finisce appena dopo mezzogiorno, avendo così una intera mezza giornata per farsi i cazzi suoi (e qualcosa mi dice che è uno di quelli che va a farsi 30km di corsa o giù di lì… brrrr..)

Che stoici, che ligi, che cyborg.
Il discorso “portare bambina a scuola” mi capiterà tra un bel po’ di annetti, e pensare di svegliarmi alle 5…. ‘sto cazzo… a punta…

Mhh… ora che ci penso mi immagino qualcuno che mentre legge pensa ai 70 minuti di coda che si è dovuto fare arrivando in un ufficio già in cazzato e pensa di mandarmi bellamente a cagare.

Amico, hai ragione eh

Ma l’uomo è un animale per definizione scontento ed io sono un animale molto grosso.

Oink!

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5 pensieri su “Telelavoro

  1. hahahah bel post! :DCmq per pranzo potresti sempre fare un salto ogni tanto all’IPer e pranzare con qualche ex-collega no? Vanno ancora li?E poi… anche al Full Stop ci va un botto di gente che più o meno conosci.. ora non tutti mi rendo conto siano una gradita compagnia.L’importante è i ritmi, io ci riesco male… anche se ultimamente , visto l’isolamento a casa per la schiena, un po’ mi sono organizzato meglio.

  2. Azzo (anzi Adso, ok, scusa è orribile…) se hai ragione, io son qui a studiare a casa tutta la settimana e certe volte viene davvero la depressione… che palle non si vede nessuno, non si parla con nessuno, ok che puoi fare quello che vuoi, però certe volte il contatto umano serve, altrimenti a chi dici ogni tanto: ma baffa… 😀

  3. Contatti umani? No, grazie. Anche perchè la mia ultima esperienza lavorativa mi porta a pensare che i contatti con i colleghi siano tutto tranne che umani. E non parliamo per cortesia di Iper o Full, che a me evocano un periodo professionale oscuro e frustrante.Vabbè, sto esagerando…però se hai la possibilità di lavorare da casa gosi di tutta la mia strainvidia! Io sfrutterei la pausa pranzo per andare in palestra, o per fare la spesa godendo per il fatto che l’slunga è quasi deserta a quell’ora; oppure scroccherei il pranzo alla mia amica Ciory che fa l’agente e a pranzo torna quasi sempre a casa.Adesso invece…adesso…ho tutto il DANNATO tempo che voglio, perchè dall’inizio dell’anno sono disoccupata. Professione: candidata. E non ti dico come farei volentieri un’ora di coda la mattina e la sera, e quanto sopporterei le faccine da cacchio, pur di scappare dal tritacarne delle interinali e compagnia bella. Sì, ti invidio decisamente una cifra.

  4. Stamattina sveglia alle 6:30 treno alle 7:46, cosi’ pieno che non riuscivo a sfogliare il giornale senza infilare l’articolo di fondo nell’occhio di un tizio enorme che ovviamente essendo noob si era seduto di fianco al sottoscritto, non esattamente gracile ed esile (apro parentesi: sui treni MAI sedervi di fianco a uno grosso come voi… cercate una tipa minuta che si sta più comodi maledetti noob).Arrivo a Milano e la metro rossa è rotta… poco male una fermata in più da fare a piedi… Arrivo a lavoro fischiettando tutto felice per la novità della metro rotta rispetto al solito tran tran… ma va cagher Luca.

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